Da Ottobre 2013 a Marzo 2014 si è svolta una competizione ideata dalla “Architecture Workshop di Roma” (AWR) con tema “Città Naturale – New Berlin, Museo di Scienze Naturali”.
Studenti, architetti, designer ed ingegneri in questo periodo hanno potuto creare e mostrare i loro progetti per un ipotetico museo nella zona di Berlino Ovest il cui posizionamento era tra il famoso zoo e vicino alla Biblioteca Universitaria Volkswagen.
Berlino ha più di 150 musei e, con questo progetto, veniva richiesto ai partecipanti qualcosa di nuovo: un deposito di oggetti naturali capace di creare più consapevolezza scientifica e informazione per il pubblico e, nello stesso tempo anche una struttura completa di sale conferenze, laboratori, aree espositive, uffici per l’amministrazione, ecc.
Il concorso è stato vinto dal progetto “In between Museum” di un gruppo francese composto da: Giraud Guillaume, Balalud De Saint Jean Hadrien e Laure Johan.
Ma quello che più ci interessa, dal punto di vista delle Camere delle Meraviglie, è il secondo classificato ovvero il lavoro “Wunderkammer”, anch’esso realizzato da un gruppo francese denominato “Septembre Architecture”, fondato nel 2010, i cui componenti sono: Lina Lagerstrom, Memia Belkaid, Emilia Jansson, Sami Aloulou e Dounia Hamdouch.
Questo edificio è stato progettato dai “Septembre Architecture”, come un luogo pubblico in grado di unire le istituzioni universitarie cittadine, la vicina Biblioteca ed i confinanti luoghi culturali quali il museo e lo zoo.
La costruzione sarebbe stata inserita nel contesto urbano come un grande rettangolo vetrato attraversato, su un lato, da una galleria pedonale destinata ai visitatori provenienti dallo zoo; si prevedeva, davanti all’ingresso, un giardino botanico con possibile funzione di spazio di incontro per ricercatori, studenti e turisti (oltre ad essere una continuazione del museo stesso).
L’interno avrebbe avuto un grande vuoto centrale da cui tutta la collezione, disposta sui 5 piani, era visibile; infatti, mentre lo strato esterno della struttura avrebbe ospitato gli uffici dell’amministrazione, la biblioteca, i laboratori e gli spazi per le attività del pubblico, lo spazio interno era destinato all’esposizione di oggetti naturali e proprio dal qui deriva il nome del progetto perché i vari materiali dovevano essere posizionati in vani di diverse dimensioni che, dall’ingresso sarebbero apparsi come muri e armadi ricolmi di “cianfrusaglie” delle Wunderkammer.
E’ evidente che il progetto secondo classificato appena descritto non contempla l’uso rigido della tassonomia (studio delle teorie e regole di classificazione) con divisioni ben marcate tra le varie scienze e specie ma predilige dare spazio ad una disposizione più libera e scenografica in grado di suscitare stupore e attenzione da parte del pubblico.
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