Nelle Camere delle Meraviglie spesso hanno trovato posto, tra i ricolmi scaffali, creature fantastiche frutto di elaborati “collage”, le più famose, tra tutte, sono le sirene e i Jenny Haniver.
Numerosi artisti contemporanei con i loro “mutanti” potrebbero benissimo entrare in una Wunderkammer moderna; uno fra questi è il fotografo goriziano Roberto Kusterle che, effettivamente, ha potuto far parte di una camera delle meraviglie grazie alla mostra “Wunderkammer Camera delle meraviglie contemporanea” svoltasi a Venezia nel 2013.
Le fotografie di Kusterle indagano il rapporto tra la natura e l’uomo, rapporto così forte che, a volte, i due elementi arrivano ad unirsi e confondersi tra loro grazie ad attente pose e all’utilizzo di elementi scenici.
Il corpo umano diventa quindi carico di allegorie e metafore, inoltre si avverte una forte tensione tra finzione e realtà grazie alla lunga preparazione che precede gli scatti, infatti, a partire da un idea vengono poi scelti i personaggi più adatti, le ambientazioni, i costumi e il trucco… ogni elemento è studiato accuratamente nei minimi dettagli e, se necessario, anche costruito ad hoc.
“Riti del corpo” è una serie di fotografie del 2003 nelle quali l’autore sveste i suoi modelli per rivestirli di sembianze più primitive che alludono ad antiche leggende. Utilizza terre, gessi, colori, corna, spine… per creare questi ibridi tra il mondo umano, animale e vegetale.
In “Αναχρονος” i personaggi sono inseriti in ambientazioni che permettono un confronto diretto tra i loro corpi con gli elementi della natura e portano con se i ricordi di antiche leggende e miti. Miti che sono riproposti anche nella serie “Mutabiles Nympae” dove ninfee emerse da un possibile mare sommerso mantengono chele, pinne e tentacoli.
“Mutazione silente” (2009) il tema della mutazione caro a Kusterle qui giunge alla creazione di personaggi immaginari e mostruosi realizzati dall’assemblaggio di parti anatomiche umane e da un universo vegetale o animale.
“Segni di pietra” I corpi entrano in contatto con delle rocce e ne assumono le forme mimetizzandosi oppure evidenziando il loro rapporto di ostilità. Questi corpi si arricchiscono di segni sulla pelle e si prolungano nella materia, caratteristiche evidenti anche nella serie “L’abbraccio del bosco” dove però i soggetti si fondono come fossilizzati con gli elementi della foresta o in “Abissi e Maree”.
“I segni della metembiosi”. In queste fotografie i soggetti umani sono come lacerati e mostrano un “sistema” fatto di rami e sterpi contorte che probabilmente li rende degli esseri impagliati mentre degli animali si fondono o si appoggiano sui loro corpi in una simbiosi bizzarra e mostruosa. Allusione ad un possibile cambiamento per quanto riguarda i rapporti tra l’uomo e le bestie.
Gli ibridi di Kusterle sembrano residui di un’oscura lezione alchemica, sono fotografati così attentamente che al fianco delle creature mitologiche delle Wunderkammer non sfigurano affatto.
Foto e Info da:
http://www.robertokusterle.it/it/
http://www.affaritaliani.it/roma/shock-the-monkey011013_mm_379386_mmc_1.html