Il Museo Oceanografico di Monaco è un palazzo ideato dal Principe Alberto I (inaugurato nel 1910) come luogo dedicato all’arte e alla scienza ” le due forze principali della civiltà”, tutto in questo museo è un richiamo al mondo marino e rappresenta una delle principali attrazioni del Principato.
La struttura conserva gli oggetti raccolti dal suo ideatore Alberto I, soprannominato “il Principe dei mari” che condusse numerose esplorazioni oceanografiche e preserva l’acquario (il quale conserva circa 600 specie marine) uno dei più antichi del mondo a dimostrazione di come, da sempre, l’uomo ha spesso tratto ispirazione dal mondo marino.
Con la forte caratterizzazione che unisce arte e scienze l’artista Mark Dion non poteva essere escluso da una delle numerose mostre che si svolgono nel suddetto museo, infatti dal 12 aprile al 30 settembre 2011, partecipa all’esposizione temporanea “Oceanomania: Souvenirs dai mari misteriosi, dalla spedizione per l’acquario” con uno dei suoi armadi delle curiosità (poi diventata una delle installazioni permanenti del sito.
La mostra vuole indagare le diverse percezioni che si hanno degli oceani, il senso di meraviglia che la diversità marina ci ispira ma anche il senso di malinconia di una sua possibile fine, quindi a dare una loro visione del tema si è esposta una selezione di 20 artisti Villa Paloma e uno degli spazi espositivi del museo. La mostra include la serie monumentale Ventimila leghe sotto i mari di Bernard Buffet (1928-1999) ed opere di Matthew Barney, Ashley Bickerton, David Brooks, David Casini, Marcel Camia, Peter Coffin, Marcel Dzama, Katharina Fritsch, Klara Hobza, Hilario Isola e Matteo Norzi, Pam Longobardi, Jean Painlevé, James Prosek, Man Ray, Alexis Rockman, Allan Sekula, Xaviera Simmons, Laurent Tixador e Abraham Poincheval e Rosemarie Trockel, Lucio Fontana, J.M. W. Turner , Alphonse Visconti. Emergono tra le tante opere dei dipinti di Claude Monet, in mostra dopo numersi anni, che mostra il porto di Monaco.
Al primo piano del museo Mark Dion a progettato una monumentale parete, larga 18 metri e alta 10 metri, dove sono visibili numerosi e rari oggetti in modo spettacolare: la collezioni di scheletri e fossili, attrezzature subacquee e preziosi libri, finte sirene, disegni e stampe ma tra gli oggetti spiccano un orso bianco proveniente dalla Groenlandia e la tuta da palombaro per l’immersione di Karl Heinrich Klingert (uno dei primi completi da immersione) utilizzato nel 1797.
Tutti disposti in modo ordinato nel 180 metri quadrati a disposizione, i reperti della collezione del museo trovano grazie a Dion una nuova esposizione che lascia meravigliati alla pari della stanza limitrofa: la “stanza delle Balene” che con i suoi enormi scheletri delle creature marine appesi al soffitto, ricorda l’immensità del mondo marino e dei suoi tesori.
Foto e Info da:
http://www.atlasobscura.com/places/oceanographic-museum-monaco
http://www.mackbooks.co.uk/books/9-oceanomania.html